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Bruno Baratti nasce a Cattolica il 31 Dicembre 1911, la sua famiglia si trasferisce a Pesaro all’età di tre anni, città in cui fonderà definitivamente il suo lavoro e la sua opera.
L’APPRENDISTA (1925 - 1939)
Alla sola età di tredici anni, nel 1925, entra come apprendista nella locale bottega d’arte Cartoceti, non tralasciando l’istruzione presso la Scuola d’Arte e di Avviamento al lavoro con i corsi serali. Nello stesso anno rifiuta la borsa di studio per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
L’anno successivo lascia il lavoro in bottega per entrare, non più come “apprendista” ma come “pittore ceramista” presso la fabbrica di manifattura pesarese “Ciccoli Ceramiche” di proprietà di Pietro Ciccoli.
Qui conosce Achille Wildi (allievo di Ferruccio Mengaroni), che lo chiama a lavorare nel proprio laboratorio personale, in cui si da maggiore spazio a decorazioni innovative e più impegnative.
A causa della crisi economica del 1929 lo stesso Wildi si trova quindi a dover chiudere il proprio laboratorio ed a trasferirsi in Francia.
Baratti torna così a lavorare presso le Ceramiche Ciccoli, con compiti ben diversi in quanto gli viene riconosciuta la sua capacità artistica e, oltre a decorare le ceramiche con i classici motivi rinascimentali, gli viene accordata l’opportunità di eseguire delle maioliche secondo il proprio gusto.
Con questo nuovo slancio, inizia a partecipare anche a concorsi e rassegne nazionali, come la Triennale di Milano ed il Concorso Nazionale della Ceramica d’Arte di Faenza del 1931. Iniziano così ad arrivare anche i primi riconoscimenti, quali i Littoriali della cultura e dell’arte (all’epoca il premio nazionale per i giovani con il maggior prestigio), in cui vince ottenendo il titolo di “Littore” per la ceramica del 1938 e nel 1939 si conferma, al secondo anno, nuovamente Littore per lo “smalto d’arte”; questo ulteriore premio gli diede una notorietà nazionale.
LA PRIMA FABBRICA (1939 - 1957)
Il 1939 è un anno fondamentale per la carriera artistica di Baratti: nonostante diversi spinte per andare a studiare all’estero, il mecenate pesarese Giorgio Ugolini lo convince invece a restare a Pesaro, proponendogli un suo terreno in cambio di sue ceramiche. Su quel terreno Bruno Baratti costruisce il suo primo laboratorio dotato di forno per la ceramica, lasciando così la Fabbrica Ciccoli all’età di 28 anni ed iniziando così un autonomo percorso lavorativo ed artistico.
I primi risultati arrivano già nel 1942 vincendo il primo premio al 4º Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza.
Nel corso della Seconda guerra mondiale viene richiamato alle armi e arruolato come soldato semplice e solo nel 1945, a guerra terminata, riprende l’attività artistica e lavorativa con la sua prima esposizione personale nella Sala del Giambellino dei Musei Civici di Pesaro, con oltre sessanta opere esposte.
Nel 1946 al concorso della Ceramica di Faenza gli furono assegnati due primi premi, per il “vaso trifauce” e per il piatto “come le rondini”.
Nel 1953 il conte mantovano Alessandro Magnaguti gli commissionò un pavimento in ceramica di grandi dimensioni, di cinque metri e mezzo per sette metri e mezzo, dipinto con soggetti mitologici ed animali fiabeschi; l’opera, prima di essere posata nella dimora gentilizia, fu esposta nel Salone del Municipio di Pesaro.
PIAZZALE COLLENUCCIO (1957 - 1981)
Nel 1957 Baratti si trasferisce il suo “laboratorio” nel centralissimo Piazzale Collenuccio, a Pesaro, in una casa del XVII secolo che era stata parzialmente distrutta dalle mine piazzate dai tedeschi in ritirata alla fine della Seconda guerra mondiale.
Al piano terra, dove oggi c’è l’esposizione “Insolito Baratti”, c’era la mostra (realizzata nelle scuderie) ed il laboratorio, frequentato da giovani allievi di grande talento come Nanni Valentini, Renato Bertini, Auro Salvaneschi e Ferruccio Marchetti, oltre che da artisti affermati come Valentino Angelini ed il “torniante” Marco Terenzi o meno affermati, rendendo quel luogo un punto di incontro culturale della città.
Tutti i giorni, nel primo pomeriggio, si incontravano i due ceramisti Bruno Baratti ed Alessandro Gallucci che parlavano di arte durante la quotidiana passeggiata sul lungomare.
Durante tutta la sua carriera, Baratti si è dedicato alla creazione di opere sacre, come l’Annunciazione, acquisita nel 1939 dal Ministero dell’Educazione Nazionale. Altri esempi includono la Via Crucis del 1956, presente in una chiesa di Fossombrone, e la “Madonna con Bambino” esposta all’Angelicum nel 1957.
Verso la fine degli anni sessanta, Baratti ricevette la commissione di realizzare una Via Crucis composta da quattordici imponenti pannelli in bassorilievo e due acquasantiere, destinata alla chiesa dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” a San Giovanni Rotondo, luogo legato alla figura di Padre Pio. L’opera, frutto di oltre un anno di lavoro, fu esibita per mesi a partire dal dicembre 1969 nella mostra tenuta nella Sala Laurana del Palazzo Ducale di Pesaro, prima di essere definitivamente collocata nel 1970. Mario Pepe, presidente dell’Accademia delle Belle Arti e del Liceo Artistico di Roma, la definì “una delle realizzazioni più importanti e originali della scultura italiana contemporanea”.
Nel 1981, il Comune di Pesaro gli dedicò un’antologica, mentre l’anno successivo, l’Istituto Marchigiano Accademia di Scienze Lettere e Arti organizzò una mostra significativa in collaborazione con l’Università degli Studi di Ancona presso l’Aula Magna del Rettorato.
MATURITA' (1982 - 2003)
Ad inizio anni ’80, Bruno Baratti partecipa alla “Mostra Ceramica Italiana 1920-1940” a Torino (1982). Nello stesso anno partecipa al Premio annuale “Ginestra d’Oro del Conero”. In questi anni la sua costante dedizione all’eccellenza e la sua continua ricerca di nuove espressioni artistiche.
Durante gli anni ’90, nonostante il trascorrere del tempo, la bottega situata in via Collenuccio mantiene la sua vibrante vitalità, continuando a proporsi come luogo d’incontro per gli appassionati dell’arte pesarese. La sua offerta comprende sempre nuove opere destinate all’acquisto, e la bottega si afferma come un punto di riferimento per coloro che desiderano immergersi nell’universo artistico creato da Baratti.
La bottega-laboratorio, con il passare degli anni, si consolida come un luogo di passione e creatività, mantenendo la sua attività instancabile fino ai primi anni del nuovo millennio. Solo all’età di novant’anni, quando la sua presenza comincia a essere limitata dalle inevitabili ragioni legate all’età, Baratti decide di rallentare le attività della bottega. Tuttavia, la sua eredità artistica continua a vivere attraverso le opere che ha generosamente condiviso con il mondo e il lascito culturale che ha contribuito a plasmare nel panorama dell’arte pesarese.
MORTE
Nel contesto degli ultimi anni di una lunga malattia, Bruno Baratti si è spento a Pesaro il 15 maggio 2008, all’età di 97 anni. Con la sua dipartita, si conclude la vita di uno dei più illustri maestri ceramisti del dopoguerra pesarese, lasciando un vuoto significativo nell’ambito artistico locale.
Le sue straordinarie creazioni sono oggi custodite e esposte in importanti istituzioni culturali, tra cui i Musei Civici di Pesaro, il Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, il Museo della Ceramica di Faenza e il Museo di Vicenza. Inoltre, le opere di Baratti arricchiscono le collezioni di Enti Pubblici come la Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, la Banca delle Marche, istituti religiosi e numerose collezioni private, sia in Italia che all’estero. La sua eredità artistica continua a vivere attraverso la bellezza intrinseca delle sue opere, disseminate in luoghi che ne preservano la memoria e l’influenza nella storia dell’arte.
OPERE PUBBLICHE
Diverse tra le opere di Bruno Baratti sono agevolmente accessibili al pubblico, trovandosi esposte non solo a Pesaro ma anche in altre località.
Piazza del Popolo, nel cuore pulsante di Pesaro, ospita affascinanti bassorilievi situati sulle mura adiacenti al Palazzo Ducale, attualmente occupate da Original Marines, offrendo ai visitatori un’occasione unica di ammirare il talento di Baratti.
In Piazzale Collenuccio, due suggestive maternità adornano la porta della canonica del Duomo e le mura di una residenza privata, regalando una prospettiva artistica unica a chiunque si avventuri nella zona.
Presso la Camera di Commercio di Pesaro, l’ingresso principale rivela uno splendido bassorilievo che celebra il lavoro, situato lungo lo scalone principale. Questa sede istituzionale diventa così una cornice prestigiosa per una delle magnifiche creazioni di Baratti, offrendo un’esperienza visiva unica a chi decide di percorrere questi spazi.
Estratto Intervista RaiTre